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Pellicola cinematografica (35mm) tratta dal romanzo “Un destino ridicolo” del 1996 scritto da Fabrizio De André insieme ad Alessandro Gennari.
Regia: Daniele Costantini
Cast: Fausto Paravidino, Massimo Popolizio, Claudia Zanella, Filippo Nigro, Donatella Finocchiaro, Tosca D’Aquino, Agostina Belli
Fotografia: Alessio Gelsini Torresi
Montaggio: Carla Simoncelli
Scenografia: Luigi Silvio Marchione
Costumi: Elisabetta Montaldo
Musica: Nicola Piovani
Produttore: Massimo Martino, Gabriella Buontempo
Produzione: Goodtime, Rai Trade
Distribuzione: Istituto Luce
Paese: Italia
Durata: 1 ora e 41 minuti
Uscita prevista: autunno 2008
La vicenda, tratta dal libro “Un destino ridicolo” di Fabrizio De André e Alessandro Gennari, edito da Einaudi la cui prima edizione è datata 1996, narra di tre uomini, un contrabbandiere nizzardo di origine italiana, Bernard, passato dalla resistenza alla malavita marsigliese, un giovane “pappone per caso”, Carlo, sognatore e indolente, e un duro pastore sardo, Salvatore, membro dell’anonima sequestri, che tentano il colpo della loro vita organizzando il furto di un carico di merce preziosa. La loro strada è attraversata da due donne: Veretta, una timida prostituta che vuole dare una svolta alla propria vita e Maritza, una giovane istriana tanto affascinante quanto sfuggente, che farà perdere la testa a Carlo, come del resto, a molti altri uomini.
Il colpo va bene e male contemporaneamente. Bene perché i protagonisti riescono a impossessarsi del prezioso carico di merce. Male perché Salvatore cerca, riuscendoci, di “fregare” i propri compagni.
Distrutto dalla perdita del figlio avuto da Veretta e tormentato dai sensi di colpa per l’uccisione di suo cugino, Salvatore si convince che il denaro ricavato dal colpo sia denaro maledetto. Tenta di salvarsi l’anima confessandosi e consegnando la refurtiva ad un prete, incontrato casualmente su un treno. Ma il destino, un destino “ridicolo”, ha deciso di giocargli un brutto scherzo.
La pellicola, in origine, avrebbe dovuto intitolarsi “Un destino ridicolo” e sarebbe dovuta uscire nel 2007. Successivamente ha assunto la denominazione di “Bocca di Rosa” per poi arrivare alla definitiva scelta di “Amore che vieni amore che vai”, entrambi titoli di canzoni del repertorio deandreiano.
Il personaggio di Maritza è ritagliato da una donna conosciuta da De André nello stesso periodo in cui si svolge la vicenda, vale a dire la prima metà degli anni ’60, che lo ispirò nella composizione della canzone “Bocca di Rosa”.
Il film è stato girato tra Genova e Roma.